Buona Vigilia a tutti. Che possa
essere un Natale sereno, divertente e spumeggiante, da condividere a tavola con
i vostri cari, con chi amate e con chi sopportate. Il cibo ha un grande potere
evocativo, ci lega a luoghi, a emozioni, a persone. In questi giorni di festa
fotografate, postate e condividete con me un piatto, una ricetta, uno spuntino,
un cibo legato ad un momento felice, a un ricordo piacevole o anche a una dolcissima
malinconia. Raccontate il vostro piatto dei ricordi, quello che vi fa star bene
e a cui ricorrete quando avete bisogno di tornare con la mente in un
determinato luogo.
Facendolo, magari potrete
assaporare quel piacere inaspettato che può scaturire dalla riscoperta di un
cibo della memoria legato a quei profumi e a quei sapori dell’infanzia, così
come scrive Marcel Proust ne suo libro À la recherche du temps perdu, capolavoro letterario del Novecento, descrive con
parole eterne il suo incontro con le madlennes :
«Ed
ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d'un
triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato
un pezzo di «maddalena». Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole
di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di
straordinario. Un piacere delizioso m'aveva invaso, isolato, senza nozione
della sua causa. M'aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue
calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l'amore,
colmandomi d'un'essenza preziosa: o meglio quest'essenza non era in me. era me
stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Donde m'era
potuta venire quella gioia violenta? Sentivo ch'era legata al sapore del tè e
della focaccia, ma la sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della
stessa natura. Donde veniva? Che significava? Dove afferrarla?».